Sesso e disabilità in mostra a Roma

Sesso e disabilità, due tematiche che spesso sono vittime di pregiudizi e di una visione distorta della realtà.

Come reagire? Con ironia. Così la mostra  “Sensuability – Ti ha detto niente la mamma?” mette in scena le vignette di alcuni tra i più famosi illustratori italiani con lo scopo di rendere comprensibile e meno velata, la vita sessuale delle persone disabili, vendendo il sesso come un bisogno comune e che non è negato a causa di un corpo “non perfetto” o di una disabilità fisica, ma che anzi, è pienamente ordinario.

Sesso e disabilità il progetto promosso da Armanda Salvucci

Il progetto è stato promosso da Armanda Salvucci, affetta da acondroplasia, una malattia genetica che colpisce lo sviluppo delle ossa. La donna riguardo la presentazione del progetto ha affermato che spesso si tende a considerare le persone affette da disabilità come prive dei normali bisogni umani, ma anche anzi, siano persone ritenute “super eroi intoccabili”, la mostra vuole comunicare a gran voce che non è così, ma anche anzi, il bisogno di contatto fisico sia trasversale indipendentemente dalle proprie capacità fisiche. Salvucci afferma di non voler assolutamente essere inclusa all’interno della società, perchè lei vi è già inserita: abita il mondo come chiunque altro.

La mostra e gli altri progetti:

La mostra sesso e disabilità, promossa dall’associazione Nessuno tocchi mario, rimarrà alla Casa del Cinema di Roma dal 14 febbraio al 14 marzo. Durante la giornata dell’inaugurazione, proprio quella dedicata alla festa degli innamorati, si è tenuta la premiazione del concorso “Francamente me ne infischio“, un invito audace ad amare di più il proprio corpo ed i propri difetti, per contrastare la malsana idea del corpo perfetto, spesso propinata dai media. Gli illustratori che hanno partecipato al concorso hanno realizzato dei disegni ironici ispirati alle scene più famose del cinema, adattandole al mondo della disabilità.

Gli obiettivi:

Abbattere i pregiudizi, anche quelli legati al pietismo,  e mettere in mostra gli aspetti meno conosciuti della vita di ogni disabile, forse i più intimi, senza veli ma in chiave ironica proprio per far capire che si può ridere di tutto, anche dei pregiudizi. Far capire allo spettatore che la sessualità non interessa solamente i “corpi perfetti” ma interessa chiunque, nelle proprie particolarità e necessità che si adattano in base alla persona ma che non escludono assolutamente le persone affetta da disabilità, che vogliono essere amate e avvicinate come chiunque altro.

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